Il Natale di Nicolò tra Vigneti, Biodiversità, Champagne e Grasso…

Quest’anno, durante le festività natalizie, fuori dalla cantina di San Cristoforo, mi sono preso qualche giorno per andare a scoprire altre interessanti realtà e i loro protagonisti. Ho avuto l’occasione di visitare luoghi che avevo in lista da tempo e di immergermi in esperienze autentiche, legate a vino, cibo e natura. Voglio condividere con voi un racconto di queste giornate speciali.

Prima tappa: Dornach, da Patrick Uccelli, il vino come parte di un ecosistema

Una delle esperienze più particolari è stata la visita da Dornach, una tenuta storica a Salorno, in Alto Adige, casa di Patrick Uccelli e sua moglie Karoline. Era poco prima di Natale, un momento perfetto per staccare e immergermi in un luogo che vive e respira sostenibilità.

Quello che mi ha colpito subito è stato l’ecosistema ricco di biodiversità che Patrick e Karoline hanno creato nei loro 6-7 ettari di terra. Non è solo una vigna: è un piccolo mondo dove convivono boschi, castagni, lamponi, meli, animali e un pollaio mobile recintato che viene spostato periodicamente tra i filari. Questo non è solo per concimare e controllare la crescita dell’erba, ma anche per mantenere un equilibrio naturale che riduce al minimo l’impatto umano. Insomma, la vigna non è una monocoltura isolata, ma un vero laboratorio di biodiversità.

Appena arrivati, però, c’è stato un bellissimo momento che difficilmente dimenticherò: ad accoglierci c’era Aurelie, la figlia di Patrick e Karoline, che si è presentata con un agnello al guinzaglio – che lei considerava il suo cane – e un portauova appena recuperato dal pollaio. Immaginate la scena: lei che camminava come se fosse la cosa più normale del mondo, mentre noi eravamo lì, fermi, increduli e divertiti. È stata un’immagine iconica, quasi poetica, che riassume in un attimo l’essenza di Dornach.

Durante la degustazione, ho avuto modo di assaggiare i loro vini che riflettono esattamente l’unicità di ogni annata. Sono vini vivi, naturali, che non puntano a essere perfetti, ma autentici. Tornando a casa, mi sono portato dietro non solo una bottiglia, ma anche un senso di connessione con una filosofia che mette la terra al centro.

Cascina Lago Scuro: una cena fuori dagli schemi con i vini di André Beaufort

Un’altra esperienza che voglio raccontarvi è stata a metà dicembre, in un posto che sembra uscito da un altro tempo: Cascina Lago Scuro, a Stagno Lombardo, vicino a Cremona. L’occasione era una cena in abbinamento ai vini di André Beaufort, un produttore di Champagne con una storia affascinante alle spalle.

Immagino che molti di voi conoscano André Beaufort ed i suoi Champagne artigianali, complessi, longevi, e prodotti con un rispetto totale per l’ambiente. Chi non lo conosce non avrà sicuramente problemi a trovare molte info online, ma vi consiglio vivamente di lasciare il pc e uscire a cercare un calice dei suoi vini, adesso. 

Tornando alla cena: era uno di quei momenti che, per me, definiscono le feste. L’ambiente era caldo, accogliente, con un’atmosfera familiare ma non casuale. Si respirava autenticità. E poi, il cibo! Come dire… “bello cicciotto”, grasso al punto giusto, senza pretese da nouvelle cuisine, ma ricco di sapore e legato al territorio. Ogni piatto era accompagnato dai vini di Beaufort, serviti direttamente dal produttore – o meglio, dal discendente della famiglia, che andava da un tavolo all’altro e stappava bottiglie a la volée.

Abbiamo iniziato con annate recenti, tipo la 2021, e siamo arrivati a stappare bottiglie fino alla 2004. Una verticale che ti fa sentire la storia, l’evoluzione, e anche qualche lato borderline di questi vini: alcuni erano straordinari, altri forse un po’ troppo spinti per il mio gusto personale. Ma in fondo, questo è il bello di vini così sinceri: non sono mai banali.

Riflessioni sulle feste: natura, vino e autenticità

Le feste sono fatte per stare insieme, condividere e, perché no, scoprire. In queste esperienze ho trovato tutto questo: dalla piccola Aurelie con il suo agnello alla volée di bottiglie di Champagne, ho avuto modo di incontrare persone e luoghi che vivono il vino in modo autentico.

Sono tornato a casa con la sensazione che, quando si parla di eccellenza enogastronomica, non si tratta solo di ciò che mettiamo nel bicchiere o nel piatto, ma di ciò che c’è dietro. Di chi ci mette le mani, di chi ci crede davvero e di chi trasforma la passione in un modo di vivere.